Casamicciola milleottocentottantatre. Il sisma tra interpretazione scientifica e scelte politiche
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«Una brusca interruzione e un profondo sconvolgimento sofferse la mia vita familiare per il terremoto di Casamicciola del 1883, nel quale perdetti i miei genitori e la mia unica sorella, e rimasi io stesso sepolto per parecchie ore sotto le macerie e fracassato in più parti del corpo». Così Benedetto Croce ricorderà questo terremoto, che diverrà un laboratorio per la crescita delle conoscenze sui fenomeni sismo-vulcanici.
Il terremoto colpì un territorio denso di memoria storica, di paesaggi straordinari, di acque salutari, un luogo di vacanze per una clientela di élite. Il sisma accadde in un momento di fervore scientifico per lo studio dei terremoti, con l’Italia capofila mondiale, e di ripensamento del ruolo del paese a livello internazionale a poco più di un decennio dall’Unità Nazionale con Roma capitale. La rinomanza dell’evento a livello europeo impegnò il Governo a un intervento massiccio per i soccorsi.
Numerose personalità e famosi scienziati intervennero sulla scena del disastro; nel volume sono ricordati quelli che hanno lasciato le tracce più significative: Francesco Genala, Ministro dei Lavori Pubblici; Henry James Johnston-Lavis, medico, con una grande passione e competenza per i vulcani; Luigi Palmieri, direttore dell’Osservatorio Vesuviano; Michele Stefano de Rossi, il primo ad introdurre in Italia le scale di intensità per i terremoti e a realizzare una rete sismica; Giuseppe Mercalli, che propose una nuova scala delle intensità e fu direttore dell’Osservatorio Vesuviano; Giulio Grablovitz, fondatore e direttore dell’Osservatorio Geodinamico di Casamicciola.