Commento a Umano, troppo umano, aforisma per aforisma
€45.00
Perché un commento a Umano, troppo umano? Perché Umano, troppo umano, scritto come opera unica e testamentaria, è in realtà l’instauratio magna di Nietzsche, che dà la stura a una lunga serie di altre opere. Esso segna l’abbandono di una lunga sudditanza alla metafisica di Schopenhauer e Wagner e la conversione alla fede nello “spirito libero”, cioè alla razionalità illuministica nel segno di Voltaire, a cui il primo volume dell’opera fu dedicato in occasione del centenario della sua morte. Ma questa sudditanza era stata un apprendistato, grazie al quale soltanto Nietzsche potè incamminarsi sulla sua propria strada. Si imponeva allora un lungo giro divagatorio in contrasto con il suo pathos e credo giovanile, onde pervenire a una meta che non era ancora salita al suo orizzonte: “l’atto di una enorme purificazione e consacrazione dell’umanità”, ma più propriamente la fondazione della religione laica, come approdo finale del processo che aveva travagliato tutta l’età moderna. A tal fine era però necessario sgombrare il campo da tutte le false credenze che lo avevano fino allora occupato. Quindi il progetto di Nietzsche era, sotto specie di esaltazione della razionalità, la pars destruens di un progetto complessivo di cui egli ignorava la pars construens, e ciò perché, come egli poi sentenziò, “il futuro dà la legge al presente”. Il risultato fu un terremoto provocato dalla sua lotta a ogni forma di falsità, ipocrisia, illusione, di cui filosofie, religioni, morali, tradizioni, istituzioni, costumanze si erano fino allora nutrite. Dopo le tre poderose opere aforistiche prezarathustriane, Umano, troppo umano, Aurora e La gaia scienza, “il visionario dello Zarathustra” sarebbe tornato all’ispirazione iniziale della religiosità terrena proclamata nella Nascita della tragedia. Umano, troppo umano è la prima di tali opere.