Note al Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein
€40.00
“ Il Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein è uno dei grandi libri di filosofia del Novecento. Eppure fu scritto da un uomo giovanissimo (Wittgenstein aveva 24 anni quando compose il nucleo dell’opera, e 29 quando la completò), inesperto di filosofia e ignorantissimo di storia della filosofia; fu ultimato immediatamente dopo l’esperienza sconvolgente della partecipazione alla prima guerra mondiale, e nel mezzo di una profonda crisi morale e religiosa; e fu in seguito ripudiato dal suo stesso autore, che scrisse che esso conteneva “gravi errori” e per il resto della sua vita continuò a polemizzare, oltre che con singole tesi del libro, con lo spirito da cui esso era animato, con l’atteggiamento di fondo che vi si esprimeva. Peraltro, negli stessi anni Wittgenstein continuava a leggere e discutere il Tractatus con i suoi allievi; e una volta disse che il libro conteneva l’esposizione compiuta di una filosofia che era l’unica alternativa a quella che egli stava cercando di praticare. […].
Soleri ha potuto sfruttare decenni di lavoro interpretativo [mettendoci] però anche molto di suo: non solo la lettura attentissima e pluriennale del testo del Tractatus e una grande passione interpretativa, ma anche due qualità non diffusissime: una forte sensibilità per l’atteggiamento di Wittgenstein nei confronti della filosofia (per quello che il giovane Wittgenstein cercava, per il suo modo di vedere le cose, per i suoi problemi non solo “tecnici” ma di fondo), e un’estrema semplicità di scrittura, un tono piano che può avere soltanto chi ha imparato con fatica a spiegare cose molto difficili a persone molto giovani, e crede che valga la pena di provare a farlo. Per tutte queste ragioni, sono convinto che questo commentario si affiancherà ai testi oggi più usati per capire il Tractatus, e probabilmente diventerà, almeno in Italia, il primo posto dove cercare lumi quando siamo in difficoltà con le formulazioni contratte e criptiche del giovane allievo di Bertrand Russell ”.(Dalla Prefazione di Diego Marconi)